È possible progettare una nuova democrazia 3.0 che sia nuovamente autentica? La questione è analizzata dal membro del club Zinoviev Dmitry Kulikov
«Comunque, nel parlare di democrazia autentica, non dò alla parola “autentica” alcun significato di valore né positivo né negativo. Autentica vuol dire reale, genuina, che esiste davvero».
Аlexandr Zinoviev «Democrazia vera e falsa»
Conformemente al risultato della guerra fredda, oggi la democrazia liberale occidentale viene considerata la suprema e unica forma possibile di organizzazione sociale per l’uomo. Ed è proprio coi propositi più alti di diffusione della democrazia che gli USA giustificano la partecipazione ai tutte le rivoluzioni e ai conflitti moderni, dalla Jugoslavia all’Iraq all’Ucraina. Proviamo a chiarire che cosa propone al mondo l’Occidente, che cos’è la democrazia oggi e se essa abbia una qualche relazione alla democrazia storico-culturale o “autentica”, nel senso della summenzionata citazione di A.Zinoviev, oppure se sotto questa allettante denominazione non vogliano “rifilarci” qualcosa di completamente diverso.
Democrazia 1.0
La democrazia sorse nella polis dell’antica Grecia come una maniera per attuare il potere di una minoranza sulla maggioranza. Si tratta di qualcosa di importante per principio, perché è proprio il segno essenziale della formazione sistematica di una democrazia vera. Attraverso le procedure democratiche i cittadini della polis dominavano su tutti gli altri, su quelli che non erano ammessi a tali procedure e che costituivano la schiacciante maggioranza (i non cittadini, gli schiavi, le donne). Con le pratiche democratiche il cittadino non otteneva soltanto qualcosa, ma otteneva il potere, e avendo il potere, o meglio una parte di esso, riceveva al tempo stesso anche il dovere primario: occupare un posto nello schieramento della falange e morire, se necessario, per il proprio Stato. Nella democrazia autentica il diritto ad avere il potere veniva pagato col sangue e con la vita, non con il denaro come nei tempi successivi.
La democrazia del mondo antico era una forma di potere della minoranza sulla maggioranza, ma il diritto del cittadino di partecipare a tale potere era garantito dall’obbligo di detenere il proprio posto nella legione romana e anche di morire combattendo, se vi fosse stata la necessità. La marcata minoranza dei cittadini romani, organizzatisi in Stato attraverso le pratiche democratiche e il diritto romano, governava su un territorio immenso e su grandi masse di persone che non partecipavano alla democrazia, cioè al potere. La degradazione dell’antica democrazia avvenne a causa dell’estensione e della semplificazione dei modi con cui ottenere la cittadinanza, quando nella democrazia si cominciò a inglobare sempre più “cittadini” nuovi, ma il diritto al potere smise di avere il contrappeso del dovere di morire nei reggimenti da guerra. Ad un piccolo gruppo di governanti effettivi toccò mantenere e pagare parti sempre maggiori di popolazione, le quali formalmente erano in possesso del medesimo diritto sul potere. Nacque così un tipo particolare di dipendenza sociale, la clientela: il controllo di essa, come modo di espletare il vero potere da parte di un piccolo gruppo, aveva come paravento la democrazia di massa. Da forma di organizzazione dello Stato e del potere la democrazia divenne una forma di organizzazione della società che rendeva tributo allo Stato. Il mondo romano, che si reggeva proprio sullo Stato, iniziò a disgregarsi. La soluzione si basò sul ripristino del potere statale: venne creato un forte potere imperiale che eliminò per lungo tempo la democrazia non solo all’interno della società, ma anche dello Stato. Ciò diede a Roma altri cinquento anni di esistenza, che se contiamo anche Bisanzio diventano quasi millecinquecento.
Questo, in breve, fu il primo esempio di (autentica) democrazia e il suo destino storico.
Democrazia 2.0
Gli Stati Uniti d’America (USA) vennero creati secondo un progetto alle cui fondamenta vi era un riflesso dell’antica democrazia. Per dirla in modo più diretto, gli USA furono progettati sul prototipo della Roma classica. Anche la democrazia americana consisteva in una forma di potere di una stretta minoranza su una maggioranza abbastanza ampia. Il diritto di cittadinanza era in base al censo. La Costituzione degli USA, che inizia con le parole Noi, il popolo degli Stati Uniti (We the People of the United States), presuppone un censo riferito a patrimonio, razza, sesso ed età elevate per poter disporre dei diritti politici e per la formazione del gruppo dominante stesso: quest’ultimo comprendeva un’ambito ristretto, al quale non potevano accedere all’epoca indiani, schiavi, neri, donne, poveri o persone senza nazionalità. Il diritto di partecipare ai processi democratici non si ripagava ormai più con la vita, ma con il denaro. Coloro che erano in grado di sostenere lo Stato ricevevano il diritto di governarlo, attraverso la democrazia della classe regnante: tutti gli altri non avevano alcuna relazione con la democrazia.
La causa della degradazione della democrazia americana 2.0 (molto vicina al modello antico e pertanto autentica) è da attribuirsi all’URSS, il primo Stato a realizzare — almeno formalmente — il suffragio universale egualitario. Giunti agli anni 60 del ventesimo secolo, gli USA estesero in modo completo tale diritto anche al loro interno, poiché trovandosi in concorrenza con l’URSS non potevano fare diversamente. La democrazia divenne non soltanto di massa, come era un tempo nella repubblica tardo romana, ma anche universale, cioè totale. Oggigiorno sono ammessi alle procedure democratiche non solo coloro che non pagano per tale diitto con la vita, ma anche quelli che con lo compensano con il denaro. Hanno iniziato ad avere eguali diritti politici coloro che non pagano le tasse e che anzi si trovano ad essere mantenuti dallo Stato con sussidi, programmi sociali e altri meccanismi: e di costoro ve ne sono tanti. La classe governante vera e propria si è di nuovo nascosta dietro lo schermo della pseudodemocrazia, mentre le forme di attuazione del suo potere sono diventati la progettata e la realizzata società del consumo, le tecnologie manipolative delle compagnie elettorali (la cosiddetta “democrazia manovrabile”) e i programmi di assistenza e mantenimento dei poveri. Tutto ciò è nient’altro che la forma di esistenza della clientela moderna e dei moderni patroni, in precisa analogia con la repubblica tardo romana. E la cosa principale è che la democrazia, che ad oggi ha conservato solo la forma, privata del suo originale contenuto di potere, funziona peggio ogni giorno di più: ciò sta divenendo evidente per un numero sempre maggiore di persone. L’autentica democrazia è di nuovo finita nel ХХ secolo.
E dopo?
È possibile progettare una nuova democrazia (3.0) che sia nuovamente autentica?
Sia da noi che in Occidente, gli adepti del pensiero liberal-democratico stanno attivamente valutando le possibilità di un ritorno alla democrazia del censo: secondo loro, i diritti politici devono essere a disposizione solo di coloro che ne sono degni, e i requisiti per esserlo devono essere determinati da criteri di patrimonio e di istruzione. Ricevere un aiuto sociale dallo Stato dovrà automaticamente significare perdere i diritti politici della persona. La base fondamentale del censo dev’essere il diritto di proprietà, che è sacro per la civiltà anglosassone.
Il punto di vista alternativo consiste proprio nel fatto contrario, cioè che la contropartita per il diritto al potere sia il rifiuto della proprietà e della ricchezza. Se vuoi governare devi rifiutare la proprietà o altre forme di accumulo. La classe regnante, organizzata democraticamente, deve essere privata del diritto di proprietà.
Quale che sia lo scenario, sia l’una che l’altra ipotesi concordano nell’essenza: l’autentica democrazia è una forma di potere di una minoranza “scelta ad hoc”, che può funzionare solo nella cerchia ristretta della classe governante e con l’esclusione dai diritti politici di coloro che sono retti da codesta classe. La democrazia moderna è un problema della civiltà europea, e non un’ideologia (sotto forma di religione laica) di felicità universale, come cercano di dimostrare gli artefici della nuova guerra mondiale “per la democrazia”.