Olga Zinovieva: Dare la bomba atomica al Premio Nobel per la pace!

© Sputnik. Vladimir Trefilov

Sputnik, 15.06.2015

I terribili eventi in Ucraina sono rimbalzati come schegge sui valori pacifisti nel mondo, rendendo le colombe del Premio Nobel per la pace Barack Obama e Lech Walesa dei falchi aggressivi, istigatori di questa terza guerra sul nostro pianeta, osserva Olga Zinovieva co-presidente del club Zinoviev.

I nostri fratelli più piccoli, intendo naturalmente i nostri ex compagni socialisti, dei Paesi membri del Patto di Varsavia, che ancora si sentono in qualche modo trascurati e non riconosciuti nella grande Europa, nella vera Europa occidentale.

Zinoviev Club, il Progetto di Rossiya Segodnya
© SPUTNIK. ALEXANDER NATRUSKIN Zinoviev Club, il Progetto di “Rossiya Segodnya”

Inizialmente, fino agli anni ’90 del secolo scorso, come sappiamo, essi sono stati terribilmente oppressi dall’Unione Sovietica, imponendo insidiosamente la sua politica di pace, alimentando con giganteschi finanziamenti gratuiti la costruire della propria infrastruttura industriale e la costruzione dei colossi industriali, come il porto marino di Danzica e il cantiere navale chiamato Lenin; per la costruzione dell’Università Statale di Varsavia; invitando per gli studi gratuiti le migliori università del nostro Paese e pagando le borse di studio, di fronte alle quali i salari dei giovani scienziati sovietici sembravano modesti. In cambio delle ultime tecnologie sovietiche e dell’amicizia fraterna ricevevamo da questa “superpotenza” socialista la gelatina di ribes nero, il festival a Sopot e i film di Andrzej Wajda e Jerzy Kawalerowicz. Tuttavia, sia i film, che la gelatina erano di qualità eccellente. Noi vestivamo, mangiavamo, insegnavamo, difendevamo, indottrinavamo man mano.”Mi sono stufato!” — esclamò il giovane ranocchio dal film d’animazione “Mignolina”.

“Ci siamo stufati!” — presero lo stesso motivo i Paesi mezzo-occidentali dell’Europa orientale e i Paesi non affatto occidentali dell’Europa orientale, stanchi del protettorato sovietico e aspiranti alla vera democrazia e libertà. Io direi anche i Paesi incompiutamente occidentali dell’Europa orientale.

Lech Wałęsa
© FOTO: WIKIPEDIA/JARLE VINES Lech Wałęsa

Con un leader come Lech Walesa, l’eroe del sogno tutto americano: da meccanico al cantiere navale Lenin sopra indicato a presidente e premio Nobel per la pace! — a chiunque farebbe girare la testa e un complesso di inferiorità si trasformerà certamente in un complesso di propria superiorità, perché le condizioni per questa metamorfosi erano perfette: il supporto dell’Occidente e degli Stati Uniti del movimento dei diritti umani e della “Solidarietà” nel Paese oppresso; maggiorazione dell’isteria anti-sovietica; l’insoddisfazione banale di stomaco al livello della coscienza filistea, di nobiltà campagnola, ma ancora orgogliosa…Proprio quella non permette di mettere il cuore in pace al cittadino della Polonia, al suo ex presidente e il premio Nobel per la pace. Forse proprio il fatto di essere il vincitore del Nobel per la pace ha spinto il nostro contemporaneo a richiedere la creazione di linee difensive del suo Paese finalmente liberato da questo vicino russo infido, da cui ci si può aspettare qualsiasi cosa. “La Polonia dovrebbe intervenire contro la Russia” — ha dichiarato Walesa in un’intervista al quotidiano polacco “Rzeczpospolita“.

Nell’intervista al quotidiano italiano “La Stampa” ha sviluppato creativamente il suo pensiero: “Putin? Bisogna fermarlo. Dateci i missili nucleari, li punteremo su Mosca”. “Abbiamo bisogno di una bomba nucleare in prestito e la possibilità per mostrare a Putin che se i soldati russi verranno qui senza invito, la useremo”, ha aggiunto il 70enne saggio vecchio, offrendo così alla NATO di schierare una parte delle testate nucleari sul territorio della Polonia.

Poiché una voce arrabbiata a sostegno dell’indipendenza e della sovranità di quel Paese grande, ma ancora incompiutamente occidentale, accompagnato da una richiesta che la NATO consegnasse immediatamente a disposizione del vincitore del premio Nobel per la pace gli impianti nucleari e semplicemente le bombe atomiche… Suona terribilmente e magnanimamente. Qui in un colpo solo sette vengono uccisi. In primo luogo, ricordiamo alla Comunità europea che anche noi siamo gli uguali partecipanti, come tutti gli altri; in secondo luogo, le nuove reclute della comunità europea hanno un sacco di entusiasmo e voglia per compiacere ai Paesi vecchi, incalliti, stanchi, così è possibile dimostrare che noi stessi abbiamo i baffi (che è la realtà!); in terzo luogo, la Russia, si spaventerà e confesserà tutti i crimini del secolo e anche la disoccupazione polacca e inviterà i coraggiosi polacchi a governarci… Chissà fino a che punto arriva il pensiero del vincitore canuto, egli giù aveva premiato i banditi distinti da Maidan con il premio di 100 mila dollari! E nessuno nell’illuminata Europa occidentale l’ha fermato, piuttosto il contrario. Significa che è possibile continuare a insistere sulle ambizioni polacche.

V Conferenza Internazionale di Club Zinoviev a Mosca
© SPUTNIK. VLADIMIR TREFILOV La seconda venuta della “guerra fredda”

È interessante notare che nei giorni bui del Patto di Varsavia i polacchi non avevano pensato di chiedere all’Unione Sovietica un’ulteriore arma nucleare. E perché? Perché sapevano che sono ben protetti sia grazie alla posizione dell’Unione Sovietica, che liberò la Polonia dalla peste bruna, che alle presa di conoscenza della sovranità, la quale ha permesso loro di partecipare alla pari ai lavori del Consiglio di mutua assistenza economica, cercando e ottenendo un sostegno generoso, che era così necessario per la ricostruzione post-bellica e la costruzione di una nuova, industrializzata Polonia libera.

Parlando del Consiglio di mutua assistenza economica: tale organizzazione non imponeva  le quote per la produzione di barbabietole da zucchero, latte e carne, e soprattutto non puniva i trasgressori della convenzione, come è avvenuto con la Lettonia, l’Estonia e la Lituania di recente, quando gli amici europei dell’UE le hanno severamente rimproverate e le hanno multate dolorosamente per 3,182 milioni di euro solo per la sovrapproduzione, conservazione e vendita di barbabietole da zucchero in eccesso.

E come alla libera Europa occidentale, alla Comunità Europea e alla NATO, in generale, non si può presentare reclami per l’intero fiasco industriale ed economico, in cui si è trovata la Polonia, è possibile capire e spiegare la rabbia e la frustrazione del premio Nobel per la Pace, che ha richiesto una bomba atomica.

Ha detto che per la difesa dalla Russia, e se avesse in mente una direzione geografica molto diversa?

Francis Fukuyama
© FLICKR.COM/ UNITED STATES STUDIES CENTER Zinoviev e Fukuyama: le previsioni della storia

Gli eventi terribili in Ucraina in modo strano e inaspettato hanno riformattato non solo le relazioni tra la Russia, gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, ma come un fenomeno di scheggia sono rimbalzati sul mondo dei valori pacifisti, trasformando le colombe della pace dei premi Nobel Barack Obama e Lech Walesa in falchi aggressivi, istigatori di questa terza guerra sul nostro pianeta.A questo proposito, mi sono rivolta ufficialmente al Comitato Nobel con la richiesta di privare il cittadino degli USA Barack Obama del titolo di vincitore del premio Nobel per la pace. Ritengo necessario citare il testo del mio appello:

Io, Olga Zinovieva, essendo cittadina di un Paese libero e osservando la violenta “democratizzazione” del mondo sugli esempi di Jugoslavia, Siria, Libia, Afghanistan, Venezuela e Ucraina, non ho più il diritto morale di guardare in silenzio l’escalation abbrutito della calunnia anti-russa dalla parte del Presidente degli Stati Uniti, guardare il supporto aggressivo e l’incitamento di una nazione all’altra, la richiesta di continuare a perseguire una politica di risoluzione “pacifica” della situazione in Ucraina. Che cos’è, allora, una soluzione militare, se le persone vengono sparate con pallottole esplosive se l’aviazione bombarda le città civili, se le ambulanze con i feriti vengono sparate?

… Circondato da assistenti ignoranti che non sanno dove si trovano l’Iran e la Bielorussia, il Presidente degli Stati Uniti non vede le innumerevoli vittime tra i civili in Ucraina, quando dice le bugie nel suo discorso a West Point, accusando del tutto la Russia. Perché non ha gridato indignato quando venivano bruciati vivi in modo nazista i cittadini di Odessa? Perché la distruzione sistematica, che in tutte le enciclopedie è definita come genocidio, viene realizzata e sostenuta dalle campagne dei mercenari privati che parlano americano? Forse non è chiaro il linguaggio orribile delle immagini dell’uccisione delle persone nel Paese, per l’indottrinamento forzato della democrazia in cui il Dipartimento di Stato ha speso 5 miliardi di dollari?…

…Egregio Comitato del Premio Nobel, non avete paura della terribile ripetizione di ciò che è già accaduto nel XX secolo, e che è stato condannato dal Tribunale di Norimberga come il più grande crimine contro l’umanità e la civiltà? Dov’è l’umanesimo, dove sono i bei ideali che erano stati imposti nella creazione del Premio Nobel per la pace? Forse si continua a osservare in silenzio e con indifferenza il terrore sfrenato del “pacificatore” d’oltremare?Chiedo soltanto di privare il titolo di vincitore del Premio Nobel per la pace al cittadino degli USA Barack Obama e di avviare il procedimento penale contro di lui alla Corte internazionale dell’Aja per crimini di guerra contro la popolazione civile e gli appelli e le azioni che portano alla escalation della guerra contro i civili in Siria, Libia, Afghanistan, Venezuela e Ucraina, per la distruzione del concetto di umanesimo, per violazione violenta di tutti i diritti umani e le norme sancite dalla Carta delle Nazioni Unite.

Olga Zinovieva, vedova del veterano della Grande Guerra Patriottica, custode del patrimonio creativo di Alexander Zinoviev”.

Ora, è evidente che occorre privare del premio Nobel per la Pace non solo Obama, ma anche Lech Walesa, altrimenti sembrerà strano che il Comitato Nobel è diventato una fabbrica di produzione di istigatori di guerra, estremismo e terrorismo a livello statale, screditando in tal modo, completamente, il patrimonio pacifista di Alfred Nobel.